IN MEMORIA DI ROBERTA GAVAZZI – attivalamemoria
GIORNO DELLA SUA RICORRENZA
07.09.2019 ma per me è anche oggi 29.11.24 giorno del suo settantesimo compleanno


DONAZIONE DI

Stefano Aspiranti


IL RICORDO
29.11.24 In ricordo di Roberta

Sono venuto a Pieve per la prima volta due anni fa il 29.11.22, per portare i diari di Roberta, mia moglie, deceduta tre anni prima nel settembre 2019. È stata lei a parlarmi di questo luogo, dove però non siamo mai venuti. E nel periodo della sua malattia in cui era ancora lucida ha espresso il desiderio che i suoi diari venissero a trovare casa qui, e che nessuno di noi familiari avrebbe dovuto leggerli.
Probabilmente la Fondazione dei Diari di Pieve le dava un senso di protezione della sua intimità. Così dopo ben tre anni mi sono deciso a portare a termine il suo volere, non è stato per pigrizia, non mi ero ancora mai separato da cose sue a parte le carte e alcuni documenti che riguardavano il decorso della sua malattia, come volendo cancellare quello che aveva e ha causato tanto dolore. Sono venuto assieme a due sue e mie grandi amiche, Anna e Rita, facenti parte del loro gruppetto di donne, con le quali aveva condiviso anni di lotta femminista e viaggi di vario genere. Così le amiche mi hanno dato la forza di portare a termine questo compito. Le altre non erano potute venire a Pieve in quel giorno, o per malattia o assenti da Bologna. Rita, inoltre, mi ha anche aiutato a riordinare e rimettere assieme i suoi quaderni posti un po’ in ordine sparso, nel suo armadietto personale, così io e Rita abbiamo ridato un po’ di ordine in modo che i 36 quaderni ritrovati posassero le loro pagine in una bellissima scatola che avevo fatto costruire. Oggi saremmo dovuti ritornare a Pieve anche con una parte delle amiche mancanti l’altra volta. La causa di questo è stata la “mia influenza covid” ma l’evento è stato solo rimandato.
Roberta la sento e la vivo ancora qui con me, e soprattutto quando vengono qui a casa i nostri nipoti Nicolò di cinque e Arturo di due anni e mezzo, che incontrandola per casa nelle immagini fotografiche, mi chiedono di lei “chi è?”. Ma so anche che Roberta ora ha anche un’altra casa e di questo ne sono felice, e spero che i suoi nipoti la possano venire a conoscere anche li a Pieve. Mi incontro con Roberta ancora spesso nei sogni, che a volte sono leggeri e luminosi, pieni di gioia, a volte con difficoltà e dolore come era nella nostra vita reale. E di questo ne sono grato, non so a chi, so che è una grande cosa e un grande dono, quello di poter sognare ancora Roberta che è stata la mia consorte per quaranta anni di vita. Ripeto solo una frase che ci dicevamo prima di prendere sonno
“buona notte a domani amore mio”

Stefano