Conservare i documenti d’archivio è un’azione di cura. Bellissima.
Dopo averla organizzata cronologicamente, ogni carta scritta viene presa in mano con attenzione e riposta nel suo apposito contenitore. Se è una lettera ha bisogno della “camicia”, se è un diario verrà avvolto da una cartella composta da un unico foglio a 4 falde senza adesivi oppure in una busta con doppia piega laterale espandibile i cui lembi sono incollati in modalità acidfree. Ogni testo ha poi il suo faldone con una cordonatura quadrupla per adattare lo spessore, chiuso da fettucce di cotone spigato, incollate con colla a ph neutro.
Sembrano semplici raccoglitori, semplici buste e semplici fogli di carta ma sulla loro composizione chimica si basa il perdurare dei ricordi, delle tracce scritte a mano che le persone lasciano dietro di sé affidandole all’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano.
Ai contenitori sono stati dati nomi evocativi che già fanno pensare a un’opera destinata a durare, mutuati dal Rinascimento fino al Futurismo: Bramante, Michelozzo, Parmigianino, Boccioni…
Ogni testo autografo impone una spesa che va da 20 a 35 euro. Epistolari o diari voluminosi, molto di più.
Ma il valore di questa conservazione per sempre, non ha prezzo.
Ogni giorno in Archivio c’è una persona che si prende cura di un manoscritto autografo e, come un rituale, lo affida al suo contenitore per garantirgli il massimo della protezione possibile. Su ogni “camicia”, busta, cartella o faldone verrà riportato il contenuto, minuziosamente.
Gesti importanti, pieni di senso, pieni di bellezza.
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