Descrizione
Antonio Sbirziola
Povero, onesto e gentiluomo
Un emigrante in Australia 1954 – 1961
Bologna, Il Mulino, 2012
collana Storie italiane
pp. 332 – euro 24,00
A soli dodici anni, in un piccolo paese siciliano, Antonio lascia la scuola per contribuire al mantenimento della famiglia. Deve farlo, la famiglia è numerosa – sette figli – e la piccola ricchezza parentale se n’è andata: un discreto pezzetto di terra, a ripianare la perdita di un prestito fatto e non restituito, e una casa agricola e il bestiame perduti per l’esplosione di una polveriera americana in tempo di guerra. Inizia troppo presto, in età adolescenziale, la vita adulta di Sbirziola, e conosce povertà e sfruttamento: dall’apprendistato come barbiere al lavoro di saldatore, fino alle speranze trasformate in delusioni di un periodo trascorso a Genova, dove alterna lavori duri e saltuari tra edilizia e settore metalmeccanico. Nel 1961, le occupazioni precarie e i sacrifici costringono il ventenne Antonio a imbarcarsi verso l’Australia, in cerca di fortuna. E in Australia, la terra nuovissima, si apriranno per lui nuove prospettive: un lavoro, una famiglia, il sogno poi realizzato di una bella casa. Desideri e sogni prendono forma e nonostante le fatiche, le sconfitte, le delusioni “La vita e bella di viverla e godersela, che la più bella cosa che abiamo, nel tempo che siamo in questo mondo”.
Antonio Sbirziola, nato a Butera (Caltanissetta) nel 1942, vive a Sydney, in Australia, dove è emigrato dal 1961 e dove ha lavorato come ferroviere fino alla pensione. Ha vinto il Premio Pieve 2006 con le sue memorie del periodo 1977-1984, pubblicate con il titolo «Un giorno è bello e il prossimo è migliore» (Terre di mezzo, 2007).
Al Premio Pieve 2009 Mario Perrotta legge un brano dalle memorie di Antonio Sbirziola, emigrante siciliano in viaggio per Genova e poi per l’Australia.
Musiche di Mario Arcari e Maurizio Pellizzari, riprese di Gian Piero Gori.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.