Descrizione
Antonio Specchio
Detenuto politico 3048
prefazione di Adolfo Pepe
Roma, Editrice LiberEtà, 2008
pp. 306 con ill.- euro 12,00
I primi cinquant’anni del Novecento sono lo sfondo di questa autobiografia, ambientata nelle campagne pugliesi dove la povertà è il segno dominante. Le prime leghe dei contadini, le riunioni, le discussioni fatte da soggetti di grande moralità e coraggio, giacché «a temere questa forza erano il prete e il padrone», che reagirono in maniera durissima, in stretta alleanza con lo Stato borghese e monarchico. Seguono gli anni terribili della prima guerra mondiale – «si gridava: Abbasso i guerrafondai… la guerra è dannosa per noi lavoratori! » e quelli gloriosi delle lotte per le riforme agrarie tra il 1919 e il 1920, brutalmente represse dal fascismo (memorabile è la descrizione dell’uccisione del giovane Ferruccio Barletta, linciato dalla folla aizzata da un ufficiale dell’esercito) che vince grazie alla violenza e alla corruzione delle classi dominanti. Il racconto ha il suo centro nella manifestazione avvenuta nella città di Minervino per resistere alle violenze fasciste e che sfociò in alcuni episodi di devastazione e sciacallaggio. Antonio Specchio, coinvolto suo malgrado, per questo fatto viene condannato a 29 anni di carcere (cinque condonati perché medaglia d’argento al valor militare). Nonostante il carcere la militanza resta forte e le idee non vengono sconfitte con la repressione. “3048” è il numero della matricola data a Specchio nel carcere di San Gimignano, sua prima destinazione dopo il processo.
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