Descrizione
Augusto e Alceste Trionfi
Diletta patria
Quaderni di una famiglia garibaldina
con un saggio introduttivo di Massimo Baioni
Firenze, Edizioni Polistampa, 2008
pp. 208 con ill. – euro 15,00
Quando nel settembre del 1984 il giornalista e scrittore Saverio Tutino fondò l’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, lo chiamò “la banca della memoria”. Qualche mese dopo, una banca, la Banca Toscana, volle legare il suo nome come sponsor unico a quello del Premio Pieve, il concorso annuale per memorie e diari inediti promosso dall’Archivio diaristico. Dopo venti anni di collaborazione, nel corso dei quali sono stati raccolti oltre 6000 diari, Banca Toscana e Archivio di Pieve danno vita a una collana editoriale – la banca della memoria – che segna il comune tragitto di valorizzazione delle scritture autobiografi che, pubblicando ogni anno un testo particolarmente signifi cativo fra quelli proposti nella selezione del Premio Pieve – Banca Toscana, scelto tra i finalisti del concorso.
Tutto era silenzio intorno a noi, eravamo gli unici, ignoti pellegrini, recatici colà devotamente, spinti dal desiderio di essere ancora una volta per qualche istante vicini il più possibile ai luoghi sacri ove Giuseppe Garibaldi aveva vissuto ed era spirato. A me e mio padre parve un sogno trovarci lì noi soli, con la pace che regnava quella mattina lassù davanti a quel modesto santuario denso di tante memorie e intorno al quale ci sembrò alitasse lo spirito del grande Condottiero che lì presso dormiva il sonno eterno!
Nato nel 1840 nella Roma papalina, rimasto orfano e adottato da una famiglia devota, Augusto Trionfi (1840-1918) si allontana precocemente dai precetti religiosi e si avvicina alle idee liberali. Nel 1860 si reca a Napoli e poi nelle fi le dell’esercito piemontese partecipa alla repressione del brigantaggio. Nel 1867 può infi ne coronare il suo sogno garibaldino, arruolandosi volontario per la sfortunata campagna di Mentana. Le vicende dei suoi primi 30 anni di vita sono al centro del quaderno di Memorie consegnate nel 1912 al fi glio Alceste (1869- 1949): questi, cresciuto nel culto laico e garibaldino dell’ambiente familiare, all’indomani della nascita della Repubblica (2 giugno 1946) decide di completare lo scritto del padre, integrandolo con i propri ricordi dei pellegrinaggi patriottici a Caprera. Ne esce così un testo nuovo, una originale doppia memoria autobiografi ca, che apre squarci interessanti sui linguaggi e i contenuti che hanno alimentato la tradizione garibaldina nella vita dell’Italia contemporanea.
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