Descrizione
Il segreto dell’isola nuda
Udine, Forum Edizioni, 2015 – Autografie 05
con una nota introduttiva di Aleksandra Stojanovic
pp. 136 con ill. – euro 12,00
La memoria è un balsamo. Cura le ferite, restituisce giustizia a protagonisti senza nome, tiene in vita le persone care e le piccole gesta che hanno compiuto nella storia. La memoria di Claudia – che il padre per affetto e dedizione verso la Russia ha voluto chiamare anche Sonia – è la storia di un sogno infranto: quello del padre, affascinato dal comunismo sovietico, alla ricerca di una terra ideale che accogliesse lui e la famiglia. Nel 1946, Claudia e i genitori lasciano l’Italia per Lussinpiccolo, paese d’origine del padre, dove l’uomo crede di poter concretizzare le sue speranze di uguaglianza. La Russia è troppo lontana “Allora perché non andare a vivere al paese natio, Lussinpiccolo, che è il più bel paese del mondo? […]. La Jugoslavia non era lontana. […] Così la grande, incomparabile madre Russia, protettrice di tutti i paesi socialisti, gli sarebbe stata più vicino”. Ma quando la Jugoslavia si rende indipendente politicamente ed economicamente dall’Unione Sovietica per il padre di Claudia, impegnato nelle attività di partito, la rinuncia alla lotta “per un futuro migliore del proletariato” è inaccettabile. È così che il Tribunale Supremo di Spalato lo arresta e lo condanna a quattro anni di reclusione e a un anno di libertà condizionata per attività sovversiva: prigioniero politico, è deportato a Goli Otok, l’Isola nuda. Una bambina e la sua infanzia spezzata: sfrattate, senza reddito e spaventate da possibili rappresaglie, Claudia e la madre tornano in Italia nell’attesa di notizie, che giungono a sorpresa, circa un anno dopo. Il rientro in Jugoslavia coincide per Claudia con il ricordo indelebile di Goli Otok, l’isola che “divenne la tomba per tanti innocenti, e per tantissimi fu il luogo dove le mostruosità commesse dagli uomini agli uomini arrivarono al loro apice”. Nel gennaio 1954, dopo molte ore di viaggio, una giovane madre affranta e la piccola Claudia di soli dieci anni, incontrano per quindici minuti un uomo irriconoscibile. Poi, grazie a un’amnistia, il padre torna a casa, con le guance scarne, la testa rasata e un macigno nel cuore. Fino a che non decide di raccontare la sua storia. Così ogni sera, chiudendo bene porte e finestre le due donne si fanno carico del “segreto” che l’uomo ha deciso di condividere: le atrocità che abbiamo subito tutti noi, innocenti o no, a Goli Otok, sono talmente grandi che un giorno dovrò farle sapere al mondo.
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Volume realizzato da Promemoria con i fondi Otto per mille della Chiesa Valdese
(Unione delle Chiese Valdesi e Metodiste)
stampa –
da La Voce del Popolo – 20/08/2017 – di Rosanna Turcinovich Giuricin
È Aleksandra Stojanovic che firma la prefazione del romanzo “Il segreto dell’isola nuda” di Claudia Sonia Colussi Corte, sua madre. Il libro, denso di emozioni, è stato pubblicato dalla Forum di Udine. Parla di Lussinpiccolo, della Dalmazia, di
Monfalcone, Vicenza, una storia di continue partenze e ritorni sul filo della storia, sulla lama di un rasoio ideologico che doveva servire a raggiungere la giustizia sociale e si abbatté invece sulle vite di gente innocente.
Tutto inizia a Lussinpiccolo dove nasce il nonno di Aleksandra e padre di Claudia Sonia, Cherubino Colussi. A diciotto anni lascerà l’isola per raggiungere Monfalcone dove trova un lavoro nel cantiere fondato da lussignani come lui, i Cosulich. Ma scoppia la guerra e dopo vicende rocambolesche, alla fine del conflitto, spinto dall’ideologia che anima gli operai monfalconesi decide di portare la famiglia in Jugoslavia, nell’isola della sua infanzia per “costruire” una nuova realtà fatta di solidi principi e di giustizia, almeno è questa la sua speranza e la sua spinta. Ma il suo sogno si infrangerà nel gulag di Goli Otok, l’Isola Calva o Nuda, un mondo di pietra e sofferenza.
Leggi l’intervista: http://www.editfiume.info/lavoce/esuli/24923-il-segreto-dell-isola-nuda-svelato-da-una-bambina
Marco –
Ci sono delle storie che sembrano emergere dal profondo della Storia, riportando alla luce una parte d’Italia che in molti avevano dimenticato…e che per altri, semplicemente, non è mai esistita.
È quello che accade leggendo questo libro: lentamente la sorpresa e lo sconcerto si impossessano del lettore, lasciandolo incredulo di fronte ad una crudeltà tanto profonda quanto vicina: si apre un cassetto che avevamo sempre visto chiuso e il dolore che ne viene fuori è quello di una ferita ancora aperta. Una ferita che ha sanguinato a lungo nel corpo martoriato di quella giovane Italia. Un libro “necessario”, come amo definire i testi di questo prezioso Archivio di memorie. Un libro necessario, che ci scaglia con veemenza sulla fredda pietra di quell’isola. Nuda.