Descrizione
Giuseppina Croci
Sul bastimento per Shanghai
Udine, Forum Edizioni, 2011 – Autografie 03
con una nota introduttiva di Pierabruna Bertani
pp. 50 con ill. – euro 7,00
Nel 1890 una ragazza di ventisette anni della provincia milanese parte sola da Genova su un bastimento a vela tedesco, diretta a Shanghai per lavorare in una filanda che il suo ex datore di lavoro ha trasferito in Cina. Tiene il diario dei trentasette avventurosi giorni di navigazione: descrive i porti in cui si ferma, le città che visita e rimane sorpresa dal differente senso del pudore prima degli arabi, poi degli indiani, quindi dei cinesi. Arrivata dal proprietario della filanda si sente finalmente al sicuro e abbandona la scrittura per dedicarsi al lavoro. Tornerà in Italia dopo cinque anni, con trentamila lire in tasca, due nuove lingue e molte “favole cinesi” da raccontare.
Giuseppina Croci era mia nonna e io, molto piccola, vivevo delle sue storie, che ascoltavo con le gambe nascoste sotto le sue gonne lunghe, dove d’inverno c’era anche uno scaldino di carbonella. Faceva freddo, c’era la guerra e il riscaldamento nelle campagne milanesi era una parola che si trovava solo sullo Zingarelli o nelle stalle dei bovini. Non sapevo che mia nonna avesse scritto un diario di viaggio, sapevo solo che era andata, da giovane, a lavorare in Cina come assistente di filanda. A ottantacinque anni era ancora una signora alta e snella, formalmente molto diligente nelle pratiche religiose – direi pia – ma molto meno dolce nel rapporto con qualsiasi essere umano che non fosse una persona di famiglia. Era nata quasi povera, figlia di un piccolo fabbricante di spazzole, e si era trovata a essere la prima di dodici sorelle alle quali aveva fatto da madre. Il padre, rimasto vedovo, pensò bene di risposarsi e ricominciare a fare figli. Uno, due, tre, fra cui l’unico maschio. Mia nonna, deve aver pensato che fosse meglio emigrare lontano, in un paese straniero, anziché continuare a fare la babysitter in Italia. Così la Signorina Croci, accettando la proposta del Sciour Beretta, suo ex principale, si era trovata in Cina navigando su un bastimento tedesco di cui non ricordo il nome.
Marco –
Il viaggio è da sempre una delle condizioni imprescindibili e più importanti di ogni esistenza umana; è una condizione quasi esistenziale, ma è spesso anche una necessità: così è stato in passato e così è oggi, perché l’uomo si sposta da sempre, per le ragioni più varie. Questa testimonianza ha però qualcosa di straordinario: sia perché ci troviamo alla fine del 1800, sia perché, soprattutto, a intraprendere un viaggio lunghissimo e periglioso è una giovane donna della provincia milanese, una ragazza che si reca a Shanghai per lavoro, su di una nave a vela per di più battente bandiera tedesca. Un viaggio difficile, pieno di incognite ma anche ricco di grandi stimoli e di strabilianti novità per una giovane che, lungo i porti di mezzo mondo, ha modo di confrontarsi con culture e civiltà lontanissime e spesso millenarie, incredibilmente diverse dalla sua. Un “Milione” in miniatura e al femminile, un “diario di bordo” che ci racconta un pezzo di Oriente, ma anche un pezzo dell’Italia di quegli anni costretta a fare i conti con ristrettezze e grandi difficoltà. Uno scritto intimo che, nella forma del diario, è una testimonianza preziosa e diretta di un viaggio che in pochi avrebbero avuto il coraggio di fare, ma che una donna ha fatto, raccontandolo. Questo, soprattutto, ha permesso che la signorina Croci avesse molte storie da raccontare; i suoi nipoti addirittura “vivevano di queste storie” lontane…e noi oggi possiamo, grazie a quel diario, ripercorrere il viaggio di una giovane e straordinaria donna italiana.