Descrizione
Luca Pellegrini
L’inquieto navigare
Le avventure di un capitano di vascello dell’Ottocento
prefazione di Fulvio Nasso
Milano, Terre di mezzo, 2019
pp. 312 con ill. – € 14,00
vincitore del Premio Pieve Saverio Tutino 2018
Una scossa violentissima ci annunziò che l’ultima ora del Quirino era suonata… Immantinente dopo il primo urto un’onda, un cavallone, anzi una montagna d’acqua sollevò di nuovo il naviglio e lo gettò fra i frangenti in soli sette piedi d’acqua. La chiglia staccata in tutta la sua lunghezza dal fondo del bastimento venne a galla, gli alberi crollarono, il Quirino s’inchinò nel fianco sinistro né più si mosse. È l’ultima sequenza del naufragio vissuto da Luca Pellegrini nel 1833 nelle acque che circondano l’isola di Ouessant, limite estremo occidentale del canale della Manica, di fronte alle coste francesi della Bretagna. Una vita in mare, per un ragazzo che a 16 anni, nel 1822, rimane orfano di padre e viene imbarcato per la prima volta come mozzo su un veliero che fa il piccolo cabotaggio dal golfo di Trieste a Venezia. È un’epoca in cui l’Adriatico bagna le coste dell’Impero austriaco e le navi che solcano le acque sono ancora, in gran parte, quelle a vela. Luca diventa un uomo, ancor prima che un capitano, battendo palmo a palmo i principali porti e le località più recondite del Mediterraneo.
Luca scopre la vita e osserva, compara culture caleidoscopiche che si sovrappongono in un fazzoletto di mondo, vive l’esperienza del naufragio ma non si ferma e salpa ancora alla volta dell’Africa e del Sud America. Osserva e riflette, il futuro capitano Pellegrini : 1834. L’Europa civilizzata volle che la tratta dei negri, questo iniquissimo traffico di carne umana, cessasse affatto e delle severe leggi per impedire la compera dei neri in Africa ed il loro trasporto in America vennero promulgate. Perché non si fecero anche delle leggi che aboliscano o aboliranno almeno nelle generazioni future la schiavitù? Se il possidente brasiliano ha fatto acquisto di schiavi, se una porzione del suo avere è rappresentato dal numero di questi, sia con Dio; vivano e muojano questi suoi schiavi qual sua proprietà, ma sian fatte libere le innocenti creature procreate da genitori schiavi. Ma no, la schiavitù è il retaggio di questi infelici. Nato di donna schiava è schiavo anche il frutto del suo ventre! Non è possibile reprimere un moto d’indignazione al vedere la trista sorte di questi poveri disgraziati!
incontro di presentazione al Premio Pieve – sabato 14 settembre 2019
Luca Pellegrini nasce a Palmanova (UD) nel nel 1806. Muore nel 1893.
Qui la motivazione della Giuria nazionale della 34ª edizione del Premio Pieve Saverio Tutino:
La vittoria della 34a edizione del Premio Pieve Saverio Tutino viene attribuita dalla Giuria nazionale del Premio, alla memoria “Il mare insegna” di Luca Pellegrini.
Nato nel 1806 in una famiglia agiata, dopo l’improvvisa morte del padre notaio deve rivedere le sue prospettive di vita. Abbandonati gli studi, a 16 anni si imbarca come mozzo su un piccolo veliero. Dal golfo di Trieste arriva a Smirne e a Costantinopoli, naufraga, riparte per l’Africa e il Sud America. Segue in prima persona il progresso tecnico che porta dalle navi a vela a quelle a vapore, e in soli quattordici anni diventa capitano di una delle prime che solca il Mediterraneo.
Da ognuno di questi viaggi riporta racconti eccezionali. Lo sguardo curioso di un uomo libero dai preconcetti del suo tempo è la cifra che contraddistingue questa narrazione rispetto a memorie analoghe dell’Ottocento. Mirabili in particolare le considerazioni e la condanna della schiavitù dei neri nelle grandi piantagioni brasiliane, come le riflessioni sulla religione. Senza dimenticare il piglio antropologico con cui si stupisce davanti agli usi e i costumi delle popolazioni che incontra, dal Marocco alla Grecia passando per il Brasile e il Medio Oriente. Non perde occasione, nelle città in cui sbarca, di notare le bellezze artistiche, ma neppure quelle femminili, regalandoci bellissime pagine romanzesche esaltate da un linguaggio vivace arricchito da parole dal forte gusto ottocentesco.
Le avventure per mare che ci ha lasciato Luca Pellegrini sono pervase da uno spirito critico straordinario, unica chiave che, anche nel mondo contemporaneo, possa dirsi valida per indagare il proprio tempo vivendolo da protagonista.
Luca Pellegrini letto da Mario Perrotta al Premio Pieve 2018:
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