Luisa T. / I quaderni di Luisa – attivalamemoria

Luisa T. / I quaderni di Luisa

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I quaderni di Luisa
Diario di una resistenza casalinga 

diario, 1970-1985
Milano, Terre di mezzo, 2017
prefazione di Patrizia Gabrielli
pp. 224

 

Descrizione

Luisa T.
I quaderni di Luisa
Diario di una resistenza casalinga 

diario, 1970-1985
Milano, Terre di mezzo, 2017
prefazione di Patrizia Gabrielli
con una nota di Natalia Ginzburg
pp. 224

Il matrimonio come prigione che impedisce di pensare e di manifestare la propria personalità: sposatasi giovanissima con un uomo arido e violento, l’autrice, vittima di un esaurimento nervoso, sceglie per amico un diario cui confida i soprusi del marito e la difficoltà di educare i figli, turbati da un ambiente famigliare privo di amore. Una resistenza costruita sulla fedeltà quotidiana alle faccende di casa, raccontata con una dolcezza straordinaria.

“Caro quaderno, ti accorgerai subito che sono un pò tocca, già solo per il fatto che alla mia età con un marito e 2 figli da badare, una grande casa a due piani da pulire, galline, conigli e maiale quando manca mio marito e mio figlio, devo badare, orto e campagna con mio marito devo fare spesso tante cose (quindi pensa tu se vado a mettermi a perdere tempo con te che non serve proprio a niente e per giunta con la poca scuola che hò, ti puoi immaginare che pasticcio sarà). (…) Ora però ho deciso di accettarmi come sono compresa l’ignoranza quindi ho messo nella facciata la mia foto con tutti i miei dati per sconfiggere ogni tentazione di bruciarti, perchè mi guarderò e capirò che tu quaderno sei la vera Luisa nel bene e nel male e rinnegarti sarebbe un suicidio”.

La storia di Luisa è uno dei cassetti del Piccolo museo del diario.

Contiene “Un premio sospeso per quattro anni” di Loretta Veri

 

Il diario di Luisa T. è uno de I diari della Sacher, gli undici documentari prodotti da Nanni Moretti e Angelo Barbagallo tratti dalle testimonianze raccolte nell’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, presentati alla Mostra del cinema di Venezia nel 2001 e al Festival di Locarno nel 2002: memorie e diari, raccontati dai protagonisti stessi, storie di donne e uomini, gente comune, che rivivono nel ricordo momenti diversi della storia d’Italia.
Oggi questi undici documentari, grazie a Nanni Moretti e a Sacher Film, sono fruibili in maniera libera e gratuita. Clicca qui o sull’immagine di seguito per vedere il documentario I quaderni di Luisa realizzato da Isabella Sandri:

I quaderni di Luisa - I diari della Sacher

Informazioni aggiuntive

Peso 210 g

2 recensioni per Luisa T. / I quaderni di Luisa

  1. Marco

    Una storia attualissima. Il percorso travagliato e doloroso di una donna che nel matrimonio trova solo violenza e sofferenza, anziché amore e protezione. Un calvario lunghissimo, durato anni, il cui racconto è affidato alle pagine, sofferte anch’esse, del proprio diario segreto. Pagine scampate – per miracolo prima e forza poi – alle fiamme della disperazione e dell’insicurezza, della paura. Basterebbe da solo il racconto di come questo diario è giunto a Pieve Santo Stefano all’Archivio dei diari. Basterebbe da sola la storia che riguarda le modalità e i tempi con cui Luisa T. ha ricevuto il Premio Pieve Saverio Tutino per i suoi “quaderni”, a far comprendere l’importanza di questa testimonianza. Una testimonianza che oggi si può ascoltare nelle stanze del Piccolo museo del diario, uno dei momenti più emozionanti di quella visita, davvero necessaria. Una commozione che attanaglia il cuore quando si capisce che Luisa, grazie anche alla scrittura che le ha dato una maggiore consapevolezza, riesce a liberarsi dal suo orco, sfuggendo ad un destino diverso e sicuramente tragico, quello stesso destino che ancora oggi purtroppo attende centinaia di donne che non riescono a trovare lo stesso coraggio. Una storia che va conosciuta, che va letta a sé stessi prima e poi agli altri. E che non siano solo donne: oggi c’è bisogno soprattutto della presenza e della vicinanza degli uomini, accanto alle migliaia di donne che lottano quotidianamente per difendersi da chi dovrebbe proteggerle.

  2. Ilaria

    Luisa è una delle tante donne prigioniere di mariti insensibili, chiuse in una difficile routine di periferia (Cisterna di Latina, Borgo Flora). La sua storia è stata spunto per un cortometraggio della raccolta I diari della Sacher (regia di Isabella Sandri, Sacher Film, 2001) con utilizzo di spezzoni del film L’angelo del focolare (Carl Th. Dreyer, 1925).

    L’autrice, all’epoca 35enne, ha consapevolezza di non essere portata per i «giuramenti a vita» come la vita matrimoniale o quella monacale (idea accarezzata in gioventù). Questa scrittura nasce da un esplicitato bisogno di sfogo e compagnia (quando al mattino è sola e senza telefono in casa: «Scrivo i miei pensieri per alleggerirmi e per essere più sicura di non essere tentata di sfogarmi con nessuno»). Infatti i quaderni/diario sono umanizzati: oltre alla consueta formula di apertura Caro diario e di chiusura ti lascio, a domani, è presente l’interloquio con la seconda persona singolare («So che se tu potessi parlare..»; «tu quaderno cerca di sopportarmi»; «[rileggendomi] ho fatto fatica io a capire, figurati tu» ecc.); che contiene però anche un’identificazione fondamentale con il sé: «Ho deciso di accettarmi così come sono compresa l’ignoranza quindi hò messo nella facciata la mia foto con tutti i miei dati per sconfiggere ogni tentazione di bruciarti, perché mi guarderò e capirò che tu quaderno sei la vera Luisa nel bene e nel male e rinnegarti sarebbe un suicidio».

    Sono due i problemi principali che la protagonista dichiara di avere e riepiloga spesso: il primo è l’angoscia per l’educazione dei figli e la paura di non essere una madre all’altezza, di non fornire loro un ambiente familiare empatico e confortevole. Il secondo è la «poca intelligenza», sentore che nasce da una costante autocritica ma che in fondo le si perdona, perché Luisa è una donna semplice e umile che riconosce l’ignoranza legata all’istruzione ricevuta, e che comunque prova ad informarsi leggendo. La lentezza che denota nel suo scrivere e la confusione che ha nelle faccende di casa derivano soprattutto dallo stato di depressione («non sento niente di quello che mi circonda e nulla ha un senso»; «il vuoto cercherò di spiegarlo a parole») dovuto al matrimonio opprimente con un uomo un po’ rude, ipercritico, insicuro e non aperto al confronto. Essere casalinga è un ruolo al quale nel tempo diventa allergica, nonostante nel volume sia frequentissimo il rendiconto e l’elenco dei lavori domestici svolti. Tra l’accudimento del pollame e la cura dell’orto, le entrate non regolari sono scandite dalle festività cattoliche “importanti” (Natale, Pasqua, Carnevale…), che si configurano poi come momenti di incontro con i parenti esterni, i quali creano nuovi motivi di litigio tra i coniugi. Durante la fase adolescenziale anche il figlio diventa insofferente verso il padre e le mura di casa, finendo con l’abbandonare la scuola. In questo crogiolo di cronache amare, però, prendono posto sprazzi di felicità e relative considerazioni (ad esempio, la vittoria della squadra italiana ai Mondiali di calcio ‘82: una gioia superficiale e immotivata o un motivo di aggregazione e orgoglio nazionale?).

    Lo stile presenta errori ortografici e dislessici che si riducono man mano (migliorando con la costanza) e l’uso di parentesi tonde al posto delle virgolette per introdurre discorso diretto (segnalo anche improvvisi e impercettibili cambi di font da parte dell’editor).

    Attorno al 1983 Luisa inizia a sfogarsi col marito, senza remore. Riepiloga spesso le dinamiche del fidanzamento poi sfociato in matrimonio, tirando le somme e valutando tutti i contro. Il volume si conclude con una lettera spedita a un’amica: qui racconta della liberatoria fuga notturna da casa a seguito dell’ennesimo litigio, che le ha dato la forza di continuare la propria vita finalmente in autonomia.

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