Descrizione
Sisto Monti Buzzetti
Scusate la calligrafia
Lettere dal fronte
prefazione di Antonio Gibelli e Andrea Matucci
Milano, Terre di mezzo, 2018 seconda edizione
pp. 288
Trecento lettere e cartoline che un giovane ufficiale di fanteria di stanza nella zona compresa tra il passo Rolle e la Val Cordevole, scrive alla famiglia dal fronte. Senza mai abbandonarsi alla disperazione o al lamento – anche se “i nostri occhi hanno perduto le lacrime” – Sisto si rivolge ai suoi cari con ironia, rassicurandoli sempre sulla sua salute ottima, sulla grande capacità di adattamento, allegando fotografie dei paesaggi montani che vede, pieno di serenità per l’affetto e le premure familiari. “Cara mamma, stanotte è stata la prima che ho passato al fronte. Ho dormito comodissimamente senza sentire punto freddo e pensare che mi trovavo oltre i 2000 m.”. La natura circostante, imponente e allo stesso tempo indifferente alla sorte umana, un senso del dovere assoluto, l’attaccamento al paese e alla famiglia, rendono ogni lettera un atto di fiducia verso l’uomo e un affidarsi alla misericordia divina. “Forti, si deve essere, forti nel soffrire finché la fibra resiste. Prego, prego e mi sento più tranquillo, più forte e la speranza si rinnova”. I combattimenti si intensificano, i nemici attaccano e la sua sorte è segnata, ma lui non teme per la sua vita ed è sicuro di tornare a casa. “La mia fiducia nella protezione di Dio non ha confine ed ogni giorno si rafforza alla prova. È vero che abbiamo dato delle buone scoppole all’esercito nemico. Ho assistito a delle carneficine, a delle stragi, che a me ormai abituato alla guerra, pur hanno fatto orrore”. Sino all’ultimo trasmette speranza. L’8 giugno scrive: “sto molto scomodo; vi scrivo su di una tavoletta appoggiata sulle ginocchia. Baci”. Morirà il giorno dopo colpito da una scheggia nemica.
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